Mensana, progettato su

Basi scientifiche


Il fondamento scientifico dell’azione di Mensana muove dalle ricerche effettuate negli anni '50 da Rita Levi Montalcini e Victor Hamburger alla Washington University di St. Louis (Usa).
I due ricercatori individuarono una proteina, il Nerve Growgth Factor (NGF) o fattore di crescita neuronale, una neurotrofina prodotta dalle cellule cerebrali a seguito di una apposita stimolazione da parte dei neuroni afferenti.
Sulla scia degli studi iniziati oltreoceano, negli anni ’80 Yves Bard del Max Planck Institute di Monaco (D) ha individuato un’altra molecola, il Brain-Derived Neurotrophic Factor (BNGF), che, a differenza dell’NGF, è presente in quasi tutto il cervello, corteccia compresa.
Queste neurotrofine sviluppano e incrementano le connessioni tra le cellule, in particolare quelle dell’ippocampo, struttura sottocorticale nota per essere la sede della memoria e dell’apprendimento, e hanno la proprietà di "nutrire" le cellule e di preservarle dal declino fisiologico.
Questa condizione dà vita al cosiddetto fenomeno della "plasticità neuronale", ossia la disponibilità delle cellule a riorganizzarsi se sono sottoposte a opportuni stimolati cognitivi. È indubbio, quindi, che le strutture cerebrali deputate ad esprimere le funzioni mentali possano essere sviluppate e potenziate a qualsiasi età, purchè l'ambiente sia in grado di fornire gli input adeguati per stimolare le aree interessate1.




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1. Tra i tanti studi che sono stati prodotti sulla stimolazione cognitiva pubblicate su autorevoli riviste come Jama, Science, Nature ecc., c’è lo studio Wiley (Martin et al., 2011) della Cochrane (2011) ha condotto una meta-analisi su 150 studi, dai quali risulta la significatività scientifica delle attività di stimolazione cognitiva.